Non possiamo piacere a tutti. Per quanto abbiamo un genitore, un partner o un amico che nei gesti di tutti i giorni ci ricordi quanto siamo speciali, per quanto sappiamo di essere competenti e preparati in qualcosa di specifico, la vita troverà sempre il modo di farci sentire inadeguati e fuori posto.

Competere con il resto del mondo o contro se stessi è sempre un’attività stimolante e stressante allo stesso tempo. Mi trovo tutti i giorni a sentir di dover dimostrare qualcosa ai contesto in cui lavoro, alle persone che dipendono o lavorano con me, alla famiglia e agli amici: il senso di dover dimostrarci degni, performanti, a livello con aspettative che nemmeno riusciamo a identificare in maniera puntuale, è ormai diventato un peso insopportabile e quotidiano.

You have been weighted, You have been measured and You have been found wanting…

Il bisogno di inclusione, di accettazione è uno dei bisogno basali di ogni essere umano, ma nella società moderna questo bisogno è esacerbato dal faccio che facciamo parte di diverse community e in ognuna di queste vogliamo essere parte integrante, asset, forse non protagonisti, ma sicuramente non gli esclusi.

Sempre più spesso nella vita professionale e lavorativa, quello che facciamo o eroghiamo deve avere eccellenze… devi essere il punto di riferimento, devi essere una eccellenza, devi essere un buon marito, devi essere un buon padre, devi essere, devi fare… diventa… fai… insegui…

Il bisogno di inclusione è stato uno delle principali cause di sofferenza di questi ultimi mesi, la sensazione di essere esclusi da qualcosa che si riteneva essere una dimensione corretta, di giustezza, e allo stesso tempo prendere coscienza di non essere adeguati per poter rientrare in un’altra cerchia: è una consapevolezza amara e cha fa male e se anche se alle volte fa sorridere, spesso accomuna e prende a metafora le celebrità di Hollywood nella parabola della loro carriera. Anche Joss Whedon in Once more with feeling, esplora il controverso personaggio di Buffy che si trova a perdere uno stato di grazia per resuscitare in una misera condizione di esistenza terrena “grazie” all’intervento dei suoi amici, che posso hanno compreso la complessità della situazione e come tutte le azioni fatte in buona fede causano più danno che beneficio.

Cosa accade quando ci accorgiamo che il disallineamento delle aspettative è ormai un gap troppo ampio e distante dalla realtà?

Ci accorgiamo che eravamo troppo impegnati di cercare il punto di rottura per scoprire invece che l’avevamo già ampiamente superato e siamo già in una situazione difficilmente recuperabile. Siamo tutti ciechi, sordi e stolti.