Quando i dettagli si susseguono è facile dare un senso alla storia, è facile vedere una qualsiasi narrativa perchè siamo in definitiva esseri affamati di storie che si nutrono di retropensieri.

Quanto quello ci immaginiamo abbia delle basi di realtà ha davvero poca importanza, così come ogni qualvolta entrino in gioco la nostra interpretazione personale, i bias o i nostri desideri.

Vogliamo e riusciamo a vedere quello che nel nostro profondo desideriamo, siamo poco razionali e, volenti o nolenti, non smettiamo mai di sperare.

La speranza è quel magico ingrediente che ci permette di superare i nostri limiti, ci da coraggio, incoscienza e spesso dolore…

Non conosco la vostra di vita, per quanto possa scrivere, posso solo ragionare per la mia e nella mia piccola esperienza le uniche certezze sul quale mi sento sicuro di disquisire sono:

  1. Siamo profondamente infelici, perchè le nostre storie non hanno un lieto fine. Inseguiamo una narrativa che non rispecchierai mai la realtà, siamo incapaci di accontentarci.
  2. Siamo soli. Siamo incapaci di relazionarci con le altre persone in maniera semplice, sincera e priva di secondi fini. Ogni nostra relazione è destinata a essere categorizzata in macro direttive, come amore/odio, rispetto/rifiuto. Prima o poi questo ci allontana dalle persone con cui ci relazioniamo quando non siamo corrisposti.
  3. Siamo destinati a essere incompleti. Illusi perchè abbiamo una capacità di valutazione dei contesti reali incredibilmente scadente e limitata che ci da una visione distorta degli altri, figuriamoci per tutto quello che riguarda noi stessi. Perchè viviamo nell’invidia che quello che hanno o accada agli altri sia sempre meglio, perchè non riusciamo a prenderci responsabilità ed è sempre colpa di qualcuno o qualcosaltro.

Don’t See the Black, See the Gold

Come è possibile smettere di vedere il negativo e cominciare invece a lavorare sulle potenzialità, sulle opportunità e focalizzarsi su un modo di pensare costruttivo piuttosto che distruttivo?

Uno dei principi di privazione è quello di arrivare in una posizione talmente negativa che riuscire a individuare un miglioramento positivo sia talmente evidente da essere non ignorabile. Questa è la strada più facile da implementare perchè da i risultati più evidenti (sia in termini di peggioramento istantaneo che miglioramento), ma anche la più rischiosa perchè inevitabilmente ha un costo / peso non indifferente sulle nostre relazioni personali.

Non ho una risposta a questa dubbio e di certo ascoltare quotidianamente una buona dose di discorsi motivazionali che predicano l’ovvio senza mai specificare il “come“, di certo non aiuta.

L’Essere Umani

Quello su cui mi sto interrogando sempre più spesso è cosa sia che ci rende “umani”: da un lato l’emergere di tutte le applicazioni di stupidità artificiali che cercano di emulare le nostre “likable” debolezze sono affascinanti perchè ci mostrano quanto siamo pessimi, dall’altro la stessa identica tematica interpretata dal lato migliore di noi raccontata da altri tipi di media (videogiochi in primis, cinema e serie tv).

Detroit Become Human, consiglio a tutti di giocarlo, è uno di quei film interattivi che fanno riflettere con quel retrogusto di Almost Human che tanto ho amato.

Androidi che aspirano a diventare umani attraverso un percorso di crescita e consapevolezza e umani che aspirano a diventare dei minori attraverso un medesimo percorso che in realtà non solo fallisce, evidenziando debolezze strutturali di come siamo fatti, ma dimostra come, di base, i nostri istinti primordiali ci condannino a essere piccoli, limitati e in definitiva “brutti e cattivi di natura”.

Ogni volta riusciamo sempre a stupire di come riusciamo a dare il peggio di noi ogni qualvolta ne abbiamo l’occasione, basta fare un giro sulle rispettive community delle rispettive forza di governo per farsi un’idea di quanta poca razionalità oggi sia lo standard.